Sistema duale: In Germania é storia, in Italia utopia

Sistema duale: In Germania é storia, in Italia utopia

Per ragioni eminentemente storiche legate allo sviluppo specifico della scuola in Germania - processo strettamente associato alle tre grandi rivoluzioni industriali - non è possibile esportare il modello "scuola - lavoro" in altri paesi. Da noi in Assia arrivano osservatori e classi liceali e professionali in visita dall'Italia; dal Giappone; dalla Norvegia; dalla Francia; dalla Cina; dagli Stati Uniti. Prendono appunti. Ma non si dice loro la verità: cioè, che la sinergia stato (scuola) e impresa, l'unica che consente tale alternanza integrata in un contenitore formativo unitario, è prima di tutto un processo politico e culturale che parte da Bismarck e non si interrompe più. Puoi essere il miglior paese del mondo: ma non puoi improvvisarlo e non bastano 50 anni. Il maestro, il professore di scuola in Germania nasce come cinghia di trasmissione fra lo stato controllore e l'industria: insegna(va) alle maestranze o alla classe burocratica nozioni tecniche per operare in settori specifici e, pilastro di stato, ne controlla(va) la preparazione sul campo. In Italia non ci sono state rivoluzioni industriali, se non a rimorchio del Centro e Nordeuropa: la scuola, ancillare al potere elitario e non funzionale alle esigenze di massi enormi che in Germania vengono -spesso forzatamente- inurbate, formava il figlio del farmacista e del notaio, comunque il borghese che poi entrava in comune o in parlamento, chè il ricco latifondista aveva solo bisogno di imparare a gestire la proprietà (e non sempre).

La scuola italiana, fino ai primi anni '60, non si discosta dal principio elitario, cortese e rinascimentale, del "precettore": la cultura è un lusso, spesso inutile, appannaggio solo di determinate categorie in un universo sostanzialmente contadino (il "contadino" non è mestiere, ma condizione sociale). In Germania invece era necessità amministrata su tutto il territorio da uno stato onnipresente che, dall'alto, voleva rivoluzionare il paese.

L'unico che in Italia provò ad importare il modello anglo-tedesco fu Gabrio Casati. Ma fallì e capì benissimo il perchè. Poi arrivò Gentile, che invece tradusse la concezione gerarchica, elitaria e "cortese" di scuola in un modello statale e su larga scala: funzionò.

Concludo. Per quanto obbedienti alle logiche del capitale e della produzione privata, le aziende tedesche si percepiranno sempre al servizio della cosa pubblica: un servizio spesso conflittuale, ma lo stato non è ne´ intruso ne´ nemico: non viene percepito da terziario, industria e mondo dell´impresa quale "corpo estraneo". Lo stato, parimenti, considererà le aziende come sue estensioni autonome (a volte in modo invasivo), da sostenere -ma anche da controllare-, affinchè il medesimo stato, "in primis", ne tragga beneficio. E´ uno dei pilastri portanti della "soziale Marktwirtschaft", che non è concetto buonista o di sinistra, ma storia dell´evoluzione dei rapporti integrati e integrali fra stato e industria qui in Germania. In questa mentalità e in questo contesto tu puoi proporre l´alternanza studio-lavoro. Altrimenti, è una presa in giro. Questo modello (lungi dall´essere perfetto. Certo: ti immette subito nel mondo del lavoro e rende l´economia produttiva di un paese un monolite granitico) funziona solo in due paesi: Germania e Giappone. Quando i nostri ragazzi liceali svolgono regolare tirocinio aziendale o praticantato, che fa parte del percorso formativo pubblico, noi insegnanti visitiamo le aziende come pubblici ufficiali per vedere cosa fanno e come. Poi, ne riferiamo a scuola. Le aziende, altrettanto, sostengono le scuole, anche le pubbliche. Il modello "alternanza scuola - lavoro" è dirigista; parte dall´alto e non è applicabile in paesi dove industria / iniziativa privata e mano pubblica sono dicotomici (Stati Uniti) o addirittura ostili per motivi storici (Italia). L´Italia ha regalato al mondo ottimi pedagogisti e modelli di scuola ancora in uso: ma "l´alternanza scuola - lavoro" prevede la cooperazione granitica fra pubblico e privato. Non è la storia d´Italia.

GianMaria Raimondi

“Chi ha pazienza può ottenere ciò che vuole."

Sul modello "alternanza scuola - lavoro". "Facciamo come in Germania".

Note da chi lavora all´interno di questo modello.