Venti lezioni: Per salvare la democrazia dalle malattie della politica

Data pubblicazione: Aug 03, 2017 11:41:26 AM

Venti lezioni: Per salvare la democrazia dalle malattie della politica

"Qualcuno dovrà farlo. Conformarsi è facile. Fare o dire qualcosa di diverso può sembrare strano, ma senza quella sensazione di disagio non c'è libertà"

Tutti i cittadini abituati da secoli alla democrazia possono facilmente cedere alla tentazione di considerarsi per sempre al riparo dai totalitarismi che hanno insanguinato il Novecento. Per Timothy Snyder, autore di opere capitali sull'Europa tra Hitler e Stalin e sull'Olocausto, questo "è un riflesso sbagliato".

Oggi non siamo "più saggi degli europei che nel xx secolo videro la democrazia cedere a fascismo, nazismo o comunismo. Uno dei nostri vantaggi è di poter imparare dalla loro esperienza". Per questo, Snyder trae venti lezioni dalla storia del Novecento, riportandole nel suo libro: "Venti lezioni: Per salvare la democrazia dalle malattie della politica".

Queste venti lezioni, adattate ai giorni nostri, sono venti esortazioni per evitare di ripetere oggi, nell'era di Trump, della Brexit, dei nazionalismi e dei populismi, gli errori di un'epoca tragica.

Non obbedire in anticipo alle pretese del potere. Difendi tutte le istituzioni. Opponiti al monopartitismo. Prenditi la responsabilità dell’aspetto che ha il mondo (“Se noti svastiche e altri simboli di odio cancellali”). Ricorda l’importanza dell’etica professionale. Tieni d’occhio i paramilitari. Usa la testa se per lavoro vai in giro armato. Non aver paura di distinguerti (“Può sembrare strano dire o fare qualcosa di diverso” dalla massa, “ma senza quel disagio non c’è libertà”). Tratta bene la tua lingua (“Evita le frasi che usano tutti. Fa’ uno sforzo per staccarti da internet. Leggi i libri”). Credi nella verità (“Se niente è vero, allora nessuno può criticare il potere, perché non c’è una base su cui farlo”). Indaga (“Dedica più tempo agli articoli lunghi e di approfondimento. Abbonati ai giornali di carta”). Guarda le persone negli occhi e parlagli. Fa’ politica con il corpo (“Esci di casa. Porta il tuo corpo in luoghi sconosciuti e tra gente sconosciuta”). Difendi la tua vita privata. Sostieni economicamente le cause giuste. Impara dalle persone che vivono in altri paesi. Fa’ attenzione alle parole pericolose, “come estremismo e terrorismo, emergenza ed eccezione”. Mantieni la calma quando succede l’impensabile. Cerca di essere patriottico, “che non vuol dire essere nazionalista”. Cerca di essere il più coraggioso possibile.

Ma soprattutto, dice Snyder nell’epilogo, non accettare la politica dell’inevitabilità – secondo cui la storia si muove solo in una direzione – e quella dell’eternità, che cerca di sedurci con un passato mitizzato e c’impedisce di pensare ai futuri possibili.

C'è inoltre una parola che ritorna in questo libro, una parola che ha echi classici e illuministi e mantiene intatto il senso di minaccia che l'accompagna: tirannia. La storia insegna che la tirannia più insidiosa non è quella che s'impone con la violenza, per mezzo di un repentino colpo di Stato, ma quella che acquista potere attraverso una serie di cedimenti progressivi da parte dei cittadini. Per questo, se c'è una cosa che ci insegna la storia è proprio l'importanza di resistere: "Qualcuno dovrà farlo. Conformarsi è facile. Fare o dire qualcosa di diverso può sembrare strano, ma senza quella sensazione di disagio non c'è libertà".

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